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Denti e dolci! Quali sono gli zuccheri buoni e gli zuccheri cattivi?

Da sempre gli zuccheri sono considerati i nemici numero uno dei nostri denti, ma in realtà con il termine zuccheri si devono intendere molte sostanze.

Le correlazioni tra consumo di zuccheri liberi e danni alla nostra salute sono note e vanno dalla carie all’obesità, a malattie croniche come il diabete e quelle cardiovascolari.
Per zuccheri liberi si intendono Glucosio, Fruttosio, Galattosio, Saccarosio, Lattosio, Maltosio, Trealosio.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce di limitare il consumo di zuccheri-liberi ad un massimo di 5-7 cucchiaini di zucchero al giorno, ma attenzione che in questa quantità vanno considerati gli zuccheri già presenti negli alimenti che consumiamo.

Gli zuccheri “buoni”, o almeno quelli non cariogeni, sono invece quelli alcolici e devono questa loro proprietà all’inattaccabilità dai batteri orali con conseguente mancata formazione di acidi, primi responsabili della carie; in particolare poi, Xilitolo e Eritritolo sono considerati anti-cariogeni in quanto sembrano in grado di ridurre la formazione della placca dentale ed il conseguente rischio di carie.

Gli Zuccheri-alcoolici costituiscono un’opzione importante in quanto hanno un gusto simile agli Zuccheri-liberi, ma contenuti calorici di molto inferiori, che aiutano a contenere l’aumento di peso corporeo. Le calorie liberate dal Saccarosio sono venti volte superiori a quelle dell’Eritritolo e circa il doppio di quelle dello Xilitolo.
La diffusione degli alimenti dolcificati con zuccheri-alcoolici è molto vasta: barrette, prodotti da forno, pasticceria, wafers, snacks, pane e fette biscottate, creme spalmabili, caramelle e chewing-gums possono infatti contenere zuccheri-alcolici o loro miscele con altri dolcificanti naturali o sintetici ed essere quindi impiegati in sostituzione degli altri zuccheri.

Il ricorso ad una ragionevole quantità di zuccheri-alcoolici in sostituzione di una parte degli zuccheri-liberi contenuti negli alimenti della dieta, quindi, costituirebbe certamente una valenza a favore della salute generale ed orale in particolare.

Dott. Michele Quinto

Medico Chirurgo Odontoiatra

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